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Missioni Mariane dell'Anno 1987

Il Santuario > Madonna Pellegrina > Anni 1980/1989

"1987" La Regina di Pompei si reca a:

*Taranto (TA) *Stelletanone di Laureana (Calabria) *S.Maria del Cedro (CS) *

"1987" La Regina di Pompei si reca a:
Taranto (TA)

28 marzo/5 aprile 1987 - Parrocchia: "Sant'Antonio"
Esperienze, ringraziamenti ed impegni nelle riflessioni finali del parroco di S. Antonio

Già nei giorni passati ho avuto occasioni e moventi per esprimere le mie impressioni, i miei sentimenti, le mie emozioni.
1 – Abbiamo fatto l’esperienza di essere Chiesa con Maria
La Chiesa è Chiesa completa, è disegno che si realizza se è unita a Maria, se le fa spazio nel suo amore, nel suo progetto pastorale, nella sua catechesi, nella sua preghiera.
Quanto più Maria è presente e vive nel cuore del popolo di Dio, tanto più la Chiesa si costruisce e si identifica con la Comunità del Signore Risorto.
In una settimana indimenticabile noi abbiamo fatto questa gioiosa, esultante esperienza. Abbiamo, in una comprensione nuova, intuìto che Maria ci è indispensabile, ci è insostituibile per essere con Gesù, per riscoprire, oggi, Gesù.
2 – L’esperienza della preghiera
Preghiera come "stile" di Chiesa, come modo di essere discepoli. Capiamo che le strutture, le tecniche, le organizzazioni pastorali non possono essere lo specifico della Comunità Cristiana.
La Comunità non può che confidare solo in Dio, nella forza gratuita del "dono" del Padre, che la manda nel mondo per annunziare il Vangelo, per proclamare che solo il Signore è l’unico Salvatore della Chiesa.
La Chiesa che prega fa l’esperienza del soprannaturale, del gratuito, del non dovuto, della fede che fa chiedere al Padre, nella certezza di essere ascoltati. La preghiera "luogo" della presenza del Signore Gesù: "Dove due o tre sono radunati nel mio nome, io sono in mezzo a loro".
3 – L’esperienza della Chiesa come Popolo
Popolo, famiglia, comunità, non élite. Popolo in cammino. Popolo che gioisce, che soffre, che vibra, che progetta.
Chiesa di popolo, Chiesa col popolo, Chiesa per il popolo: ecco ciò che dobbiamo essere.
Chiesa di umili, dunque, Chiesa di condivisione, di vicinanza; Chiesa di misericordia.
Questo nostro popolo, accorso in folla per venerare Maria, durante tutta questa settimana, va accompagnato, guidato, amato, mai lasciato solo. Va aiutato a maturare per diventare Comunità, Tempio vivo del Signore.
4 – Ed ora il "grazie"
Grazie alla Madonna, alla Madonna di Bartolo Longo, alla Madonna delle genti del Mezzogiorno, alla "nostra" Madonna.
Grazie, Maria, per la Tua visita.
Grazie per il Tuo sorriso,
per la Tua tenerezza,
per la Tua visita in carcere,
per i Tuoi appelli di misericordia,
per la Tua intercessione.
Grazie a questa ineguagliabile
Parrocchia di S. Antonio, ai sacerdoti miei collaboratori; a quanti hanno contribuito, pregato, gioito, per questa Visita.
Grazie a Pompei, alla Chiesa di Pompei, al suo Vescovo, ai suoi Sacerdoti e Religiose.
Grazie per la fiducia concessaci offrendoci per una settimana la sua regina.
Grazie a Mons. Cuomo, Mons. Matrone, Don De Leonardis, Don L’Arco, Don Soprano, a Suor Maria Tommasina, a Suor Maria Rosalia.
Essi ci hanno portato un soffio di amore vero, autentico, a Maria.
5 – Gli impegni
Dobbiamo diventare una parrocchia mariana: valorizzando le feste di Maria, ridando onore e dignità all’altare della Madonna. Perché con Maria più facilmente giungeremo a Gesù.
Dobbiamo diventare una Chiesa che prega.
In questi giorni abbiamo appreso un metodo di preghiera, il Rosario. Dobbiamo ora valorizzarlo. Intanto, a ricordo dell’arrivo del Quadro della Madonna in mezzo a noi, prenderemo l’impegno, il 28 di ogni mese, di realizzare un raduno mariano di preghiera.
Chiesa di popolo vuol dire parrocchia che unisce, che aggrega, che riconcilia, che serve il Quartiere, che sta "con" gli altri, che non si chiude. Proprio per essere Chiesa di popolo in cammino, il 16 maggio restituiremo a Pompei la visita della Madonna.
Atto di affidamento a Maria
Sul punto in cui la Tua Immagine venerata
sta per lasciare la nostra città
e la nostra parrocchia,
noi ci affidiamo a Te, Madre del Redentore!
Ricordando il gesto eterno del Tuo Figlio
sul calvario,

che ci consegnava alle Rue materne premure,
che ci poneva nelle Tue mani,
come Tuo tesoro e Sua eredità,
noi ricorriamo ancora a Te!
Sempre, la Chiesa, Popolo di Dio,
ha fatto ricorso alla Tua esemplare figura
di discepola,
per rivivere lo stile di Gesù
il Vangelo di Gesù.
A Te rinnoviamo oggi
Quel gesto di affidamento
Del Signore della croce e della resurrezione.
Noi Ti scegliamo ancora come Madre,
come Maestra,
come strada per giungere al Padre
per mezzo di Cristo.
Ti affidiamo la gioia della fede:
sostienila, arricchiscila con la Tua preghiera,
in cui Gesù ci ha chiamati a vivere,
a testimoniare, a operare.
Ti affidiamo il cammino di questa Comunità
Perché sia guidato e tutelato
Dalla Tua intercessione.
Di questa Comunità
Ti affidiamo in particolare:
i bambini
i giovani
i poveri
gli ammalati
i soli e gli indifesi.
Tutti accogli sotto la Tua protezione,
o Santa Madre di Cristo. Amen.

(Autore: Franco Semeraro)

"1987" La Regina di Pompei si reca a:
Stelletanone di Laureana di Borrell0 (Reggio Calabria)

25 aprile 1987 - Parroco: Don Alfredo Ragone
La Calabria in fiamme nell’attesa della Madonna

Sarà difficile dimenticare l’espressione di stupore che accompagnava la voce un po’ velata del parroco don Alfredo Ragone quando per telefono gli comunicammo che, per l’anticipata competizione elettorale, avremmo dovuto rimandare ad altra data la Missione Mariana a Stelletanone di Laureana di Borrello.
Stupore e incredulità! "È impossibile rimandare", ci risponde; e qualche giorno dopo: "La Calabria è in fiamme ad attendere la Madonna", ci manda a dire per alcuni amici comuni. Il nostro Vescovo, poi, particolarmente tenero con i Calabresi, "sentenzia": "Bisogna andare! D’altronde
non è ancora sicuro che le lezioni si faranno". Si era ai primi giorni di aprile.
Così il 25 aprile scorso partimmo: Don Baldassarre Cuomo, Don Raffaele Matrone, Don Raffaele De Leonardis, Sr. Maria Alessandra Adornato, Sr. Maria Rosalia Giannotti.
A noi si è aggiunto P. Domenico Battigaglia, Redentorista.
Ore 15: Allo svincolo autostradale di Rosarno primo incontro tra "vincitori e vinti" (sic!), affettuosissimo.
San Ferdinando: un pellegrinaggio con la Madonna sotto un bel sole primaverile (è stato il primo saluto della Calabria) tra le Parrocchie di S. Ferdinando e S. Giuseppe, cioè tra il centro storico e la periferia avveniristica: brevissime soste ma molta preghiera itinerante.
Rosarno, "Su Rosarno non tramonta il sole": dal vespro di sabato 25 al primo pomeriggio di domenica 26 è una lunga ininterrotta preghiera, mentre si passano la mano i fedeli di Maria Ss. Addolorata e di S. Giovanni Battista. "Ci voleva questa sosta della Madonna, - dicono i fedeli – Una notte intera di preghiera è volata via senza che ce ne fossimo accorti".
Galatro, Feroleto della Chiesa, Plaesano, più che tappe sono "strappi" che ci facciamo scambievolmente, perché il popolo vuole la Madonna, ma il tempo ci costringe a "passare" rapidamente.
Laureana di Borrello, al campo sportivo.
Un drappo drappo rosso a forma di croce segna il centro. Le tribune sono gremite. Moltissimi si
sono piazzati sui terrazzi dei poderi che si affacciano sulla vasta area sportiva, e intorno alla rete metallica che la recinge. Tutti acclamano la Madonna quando il carro che la trasporta imbocca il campo e poi, fermandosi nella zona sud, pone la Sacra Immagine di fronte a migliaia di persone in festa. Son presenti il Vescovo di Oppido Mamertina-Palmi, Mons. Benigno Luigi Papa, il Sindaco di Laureana e i Sindaci dei Comuni limitrofi.
Parla il Sindaco di Laureana: "Non è possibile esprimere con poche parole l’entusiasmo dell’avvenimento di cui questa folla fedele ed esultante è testimone e partecipe… Da parte nostra, ed io parlo a nome del Consiglio Comunale tutto, senza distinzioni di colori, assicuriamo piena collaborazione (al Parroco), certi che tali manifestazioni sono necessarie a diffondere amore e fratellanza tra i cittadini…".
Il Parroco, Don Alfredo Ragone: "Benvenuta! Benvenuta tra noi, Mamma dolcissima!... Ciò che per me era un sogno, oggi finalmente è diventata palpitante realtà. Grazie per il grande dono… La venuta della Madonna di Pompei è un avvenimento straordinario che resterà scritto nella storia. Come figli che attendono la mamma, ansiosi e trepidanti vanno incontro esultanti di gioia, così anche noi, o Regina e Madre, abbiamo atteso questo momento.
Facciamo, fratelli e sorelle, che in questi giorni la nostra umile e piccola Comunità parrocchiale diventi il grande, meraviglioso Santuario della Valle di Pompei, e le tante Ave Maria che risuoneranno, nelle famiglie, per le strade, ai piedi della Madonna, siano come tanti semi che operino un volto nuovo per la nostra Comunità.
Parla il Vicario di Pompei "presentando" la Madonna che scende in campo (siamo al campo sportivo) come "Regina delle Vittorie".
Un momento esaltante: due aerei sorvolano la vasta area mentre un cronista avverte dagli altoparlanti che tra qualche istante sei paracadutisti si lanceranno dall’altezza di 2.000 metri
per salutare la Madonna.
Gli aerei prendono quota, e dopo qualche secondo sei paracadutisti, prima lanciati in caduta libera, poi facendo volteggi artistici nello spazio, scendono al centro del campo per offrire ciascuno un’orchidea alla Madonna. I loro nomi: Franco Feltrin, istruttore e esaminatore di paracadutismo in campo internazionale (voli 3.700), Pasquale Pinneri (voli 1.000), Salvatore Zema (voli 500), Gianfranco Utano (voli 500), Marcantonio Cucinetta (voli 400), Beniamino Galluppi (voli 300). C’è anche una paracadutista, Mariella Mangia, che ci fornisce questi dati. È un omaggio spontaneo dell’Aeroclub di Reggio Calabria.
Pensiamo di avviarci verso la Parrocchia, quando ci sorprende una inattesa quanto originale manifestazione pirotecnica, che punteggiando il cielo di denotazioni multicolori e appannando di fumo il disco solare giunto ormai al tramonto, ci crea intorno un’atmosfera da fantascienza.
Finalmente, ripresi dal susseguirsi delle emozioni, ci si incammina per la strada che sale serpeggiando al paese. Tutti pregano ad alta voce. Don Alfredo è al colmo della commozione.
In Piazza, solenne Concelebrazione Eucaristica, presieduta da Vescovo, che nell’omelia augura al popolo i doni pasquali di Gesù: la gioia e la pace. È presente anche l’arciprete Don Aloj.
Ancora pochi passi tra canti e preghiere, e siamo alla Chiesa parrocchiale dedicata a S. Elia profeta. Un’altra sorpresa. Conoscevamo la povera chiesetta per averla visitata alcuni mesi prima, ma oggi non la riconosciamo più: è diventata una piccola reggia che accoglie degnamente la Regina del Santo Rosario.
Parlare della Missione a Stelletanone? È un clichè che, pur ripetendosi, ha sempre risvolti inediti, come originale è stato ogni incontro con i numerosi gruppi provenienti finanche dalla Sicilia.
La Madonna ha lavorato assai in Laureana, soprattutto è stata amata assai, e ne sia prova la presenza ininterrotta del popolo nella sua chiesa parrocchiale rimasta aperta per tutti i sei
giorni della Missione, ad eccezione di poche ore da contarsi sulle dita.
Era vera dunque la parola che ci raggiunse nel momento della nostra ventilata decisione di rimandare tutto: "La Calabria è in fiamme…!".
Il carissimo Don Alfredo aveva ragione, ed è stato premiato, perché ha vissuto per una settimana il suo sogno più bello e mai "sognato" così bell0, tanto da sentirsi spinto a voler intonare il Nunc dittis. Calma, gli diciamo anche ora, alla Madonna serve un Don Alfredo vivo!...
Anche su questa simpatica "favoletta" – che però è storia autentica – scende il sipario: l’Immagine riparte nel primo pomeriggio sotto un gran sole; ripassa per alcune strade di Laureana per raggiungere Bellantone, ultima grossa propaggine del Comune. Don Gregorio con la sua forbita arte temporeggiatrice fa la parte del leone riuscendo a trattenere parecchio tempo la Madonna tra la sua gente che, dobbiamo dire la verità, lo meritava,
Andiamo a Candidoni, la piccola perla tra il verde di quelle colline. Gli abitanti sono poco più di 500, ma sono tutti presenti, compreso il Sindaco e il Parroco, ad accogliere la Madonna che passa.
Serrata. Garriscono le rondini spiccando il volo dai neri tondi nidi appesi agli archi della chiesa parrocchiale. È primavera! Lo dice la festa della gente e la sua preghiera piena di speranza. Anche qui c’è il Sindaco e il Parroco,, il carissimo Padre Luigi, che poi l’8 maggio, alle prime luci dell’alba ci sorprende con trecento pellegrini durante la grande veglia mariana a Pompei.
San Pietro di Caridà. Parroco e popolo ci bloccano sulla strada "costringendoci" a fare due soste di preghiera oltre un tragitto, breve per la verità, a piedi. Tra gli ulivi di S. Pietro c’è tanta pace, e ci si fermerebbe volentieri, ma ci attende Dinami.
Calano le prime ombre della sera, ma gli occhi dei fedeli sono pieni di luce davanti alla Madonna, il Parroco e il Vice Parroco guidano la preghiera mentre ci si prepara per raggiungere in autocappella Palmi, alle ore 21.15 (… sono già le 21.15).
Palmi. La marea straripante è sulla strada e davanti alla chiesa di S. Francesco ad attendere da molto tempo. Accoglienza "a furor di popolo!"… Per carità, nessun disordine, tutt’altro, ma soltanto incontenibile calore che neanche il freschetto pungente della notte smaltisce, perché il popolo, lo ha già deciso, veglierà la Madonna fino al mattino. E la chiesa sarà sempre gremita.
Nel pomeriggio si riparte per Pompei. Un grazie a Padre Ilario e a tutta la Comunità dei Frati di S. Francesco, compreso Fr. Alessandro (il Tunisino, dicevamo noi, ma è calabrese puro sangue), che hanno dovuto "faticare" molto, e noi con loro. Ma siamo tutti felici.
Ore 0.30 del 5 maggio: siamo a Pompei. Ci danzano nella mente tanti volti, tanti ricordi, tante promesse, e sono evidenti sotto i nostri occhi i segni della carità dei Calabresi.
… Don Alfredo, tutta pe tte (per causa tua e per tuo merito…) se fa sta festa!...

(Autore: Baldassarre Cuomo)

"1987" La Regina di Pompei si reca a:
Santa Maria del Cedro (Cosenza)

21/28 giugno 1987 - Parroco: Don xxx
Le celebrazioni, la preghiera e la partecipazione entusiasta di un popolo

Domenica 21 giugno ’87, alle ore 8, dopo un breve incontro con la comunità dell’Orfanotrofio Femminile, l’équipe missionaria parte per "accompagnare la Madonna" a S. Maria del Cedro (CS). Sono i Sacerdoti: Baldassarre Cuomo, Raffaele Matrone e Raffaele de Leonardis, le Suore: Sr. M. Alessandra e Sr. M. Rosalia.
Prima tappa è a Padula. Non era nei programmi questa sosta, ma non si poteva dire di no ad una richiesta delle nostre Suore, a cui si univa l’entusiasta condivisione del Parroco. Don Elia Giudice e soprattutto la parola del nuovo Vescovo di Teggiano, Mons. Bruno Schettino, il quale si offriva a parteciparvi personalmente.
Nella Chiesa parrocchiale S. Michele, solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo, e recita della Supplica. Al termine, la Sacra Immagine è trasportata alla Casa delle nostre Suore, dove fedeli e Religiose rimangono in preghiera fino alle ore 17, quando ci si muove per S. Maria del Cedro.
Il tempo è rigido, considerando la stagione estiva che comincia oggi, ma si rivela rispettoso consentendoci di svolgere tutto il programma indisturbati e riservandosi di rovesciare scroscioni di pioggia soltanto quando tutti ormai sono a casa.
Ore 18.45 (un quarto d’ora di anticipo sull’orario previsto): siamo a S. Maria del Cedro. Ci aspetta una larga rappresentanza di popolo col Parroco, Mons. Francesco Gatto, al bivio per salire al paese sito in collina.
Qui il tempo è mite, finalmente, ma ci lascia perplessi, perché, mentre alle nostre spalle il sole che si avvia al tramonto fa festa con i colori, di fronte a noi, sul versante montano, il cielo è coperto e minaccioso.
Noi siamo in mezzo, il cammino da percorrere a piedi è di circa tre chilometri, e la speranza di arrivare asciutti si poggia "naturalmente" soltanto sulla benevolenza di "messer lo frate vento" che, spirando dal mare, spinge le nuvole verso le montagne.
Si procede a passo lento, mentre le file, formate soprattutto di giovani tra cui la Schola Cantorum in divisa bianco-blu, ingrossano man mano, e la preghiera è raccolta ed unanime.
Tutte le strade sono pavesate di bianco. È uno spettacolo stupendo cui si aggiunge il delizioso paesaggio collinare fatto di verde, qua e là punteggiato di tinte diverse, come il giallo delle
ginestre e il porporino dei fiori di melograno.
La madonna, portata a spalla per il lungo tragitto, arriva trionfalmente davanti alla Chiesa parrocchiale tra gli applausi di tutto il popolo, infervorato anche dalla parola dei Missionari. Parla il Sindaco, Sig. Michelangelo Trifilio. Si sente nel suo breve indirizzo l’animus del politico che guarda con pensosità e fiducia agli eventi e ai problemi della cittadina. Ci tiene a sottolineare che, seguendo l’esempio di uno dei suoi predecessori, intende consacrare alla Madonna il paese.
È poi la volta del Parroco, che si reputa fortunato di questo avvenimento voluto dalla Madonna e che, riassumendo speranze di decenni, proietta fasci di luce soprannaturale sulla vita della comunità. Uno dei Missionari, dopo aver ringraziato tutti per la trionfale accoglienza offerta alla Madonna, esorta il popolo a sentirsi responsabile della Missione che si svolgerà in S. Maria del Cedro: ogni fedele dovrà compiere opera missionaria specialmente con la preghiera e con la docilità alla voce del Signore.
In chiesa, solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo, Mons. Augusto Lauro, venuto puntualmente da S. Marco Argentano. Concelebrano con lui il parroco e i Missionari. La sua omelia può essere sintetizzata in tre punti: fidarsi di Maria; affidarsi a Lei perché è Madre di Dio; confidare in Lei perché è Madre nostra.
La preghiera in chiesa dura fino alle ore piccole della notte, per riprendere al mattino seguente alle apre 6.30. Sarà così ogni giorno, secondo un programma che radunerà durante la settimana, in varie ore, i bambini con le mamme, i ragazzi, i giovani, i neo-comunicandi, i cresimandi, i genitori, i gruppi ecclesiali, gli ammalati, le anime consacrate. Un incontro è riservato esclusivamente agli uomini.
La Settimana Mariana è anche occasione per un incontro del popolo con i Vescovi che si sono avvicendati nella guida di questa zona pastorale, staccata recentemente dalla Diocesi di Cassano
Jonico, e ora parte della Diocesi di S. Marco Argentano-Scalea. Passano così per S. Maria del Cedro il Prelato do Pompei Mons. Domenico Vacchiano, l’Arcivescovo di Catanzaro Mons. Antonio Cantisani, il Vescovo di Civitavecchia Mons. Girolamo Grillo.
Sabato 27 giugno. È la giornata che segna il culmine di tutta la Settimana Mariana: è la Dedicazione Solenne della nuova Chiesa parrocchiale; è la festa del Cuore Immacolato di Maria; l’inizio dei Quindici Sabati; sarà anche la giornata della solidarietà. Presiede Sua Em. Il Cardinale Antonio Innocenti, giunto da Roma nelle ore meridiane. Concelebrano il Vescovo di S. Marco Argentano-Scalea ed altri Sacerdoti. La chiesa è gremitissima, la liturgia è curata nei dettagli e il canto della Schola e dell’assemblea fuse insieme, sotto la guida di Suor Maria Ines, si leva pieno di slancio e di misticismo. Tutti avvertono l’importanza dell’avvenimento, che non soltanto sintetizza i sacrifici di lunghi decenni del parroco e del popolo, le amarezze e le speranze che ogni opera porta con sé, ma è un punto di altissimo rilievo nella storia religiosa e civile di questa piccola ma attivissima cittadina.
Nell’abside, dietro l’artistico altare di legno dalla vasta mensa montata su di una grossa radice di ulivo, campeggia il mosaico di Nostra Signora del Cedro. La Madre Divina è ritratta in piedi, in atteggiamento regale sotto i raggi fiammanti dello Spirito Santo, circondata di pianeti rotanti intorno a Lei nello spazio trapunto di stelle e sfumato tra l’oro e l’azzurro. Con la destra porge il Rosario e con la sinistra stringe a sé il Bambino Gesù raffigurato nell’atto do benedire con una mano e di reggere un cedro con l’altra. La grande figura poggia i piedi sulla luna e su di un fascio di nubi. Più in basso è ritratta la geografia del luogo: il mare solcato da una vela, la terraferma ondulata, l’albero del cedro carico di frutti maturi.
La giornata, diventata ormai storica per questa cittadina, si conclude con una grande manifestazione mariana notturna. L’Immagine della Madonna di Pompei, partendo dalla nuova chiesa, passa per le stradine dei modesti quartieri raccolti intorno all’antica Parrocchia attualmente quasi impraticabile per i danni del sisma. È una prolungata meditazione itinerante sui misteri del Rosario, un devoto pellegrinaggio cui partecipa l’intera popolazione, e, promo fra tutti, l’Eminentissimo Porporato, che, al termine, ci offre ancora una volta la sua parola persuasiva, diventata ormai familiare.
La Settimana Mariana è giunta alla conclusione. La domenica è giorno di "addio": superaffollata la chiesa e la piazza; assai fervorosa la preghiera; si moltiplicano i gesti di fraternità. Alle ore 19, lasciamo S. Maria del Cedro: Un saluto affettuoso a tutti, in particolare al Sindaco, al Parroco, alla Comunità delle Suore, ai numerosi collaboratori e collaboratrici parrocchiali, a tutto il popolo. Ma la meta non è Pompei.
Un’altra domanda "irresistibile" rivoltaci dalla Comunità delle nostre Suore di Paola fa allungare il nostro cammino di ritorno. In verità, era una promessa già fatta da noi in occasione della
Settimana Mariana a Laureana di Borrello. Il "quod differtur non aufertur" di allora diventa realtà oggi.
Non ci attardiamo a descrivere la bellezza del panorama che "fa ala" al passaggio della Madonna. Vogliamo invece ricordare l’accoglienza delle Religiose e del popolo a Paola, la veglia di preghiera durante tutta la notte, le Confessioni iniziate alle ore cinque circa del mattino e proseguite fino all’ora di pranzo, l’insistenza perché la Madonna ritorni. Vogliamo ricordare l’incontro con don Alfredo Ragona e don Gregorio Zumpo (gli imparabili "gemellini" di Laureana) venuti a Paola con alcuni familiari a venerare la Madonna.
Sottolineiamo inoltre la solenne la solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta dal Superiore Provinciale dei PP. Minimi, la cui omelia dotta ma tanto accessibile è stata illuminante sul "mistero" di questa Immagine che va pellegrinando di regione in regione.
Ore 20.30. Siamo a Pompei. È il tramonto.
Il disco solare, che dipinge di rosa l’orizzonte leggermente velato di foschia, segue passo passo le ultime manovre dell’autocappella, casa itinerante della Madonna Pellegrina. Quando esso sarà scomparso, al di là del mare partenopeo, la Sacra Immagine sarà già nella sua dimora, presso le nostre Sorelle, che la custodiscono come un tesoro.
Sorpresa: nel piazzale Giovanni XXIII incontriamo gli operai di S. Maria del Cedro che con un camion messo a disposizione dal loro Sindaco hanno portato a Pompei i dono offerti dal popolo per le Opere del Santuario.
Un grazie, una stretta di mano ed un arrivederci ancora.

(Baldassarre Cuomo)

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